30.8.09

Quello che vedi è quello che vedi.



"Quello che vedi è quello che vedi."
Frank Stella.


Chi l’ha detto che l’arte contemporanea deve essere per forza incomprensibile e deve rimandare a chissà quale universo parallelo?

E’ questa la professione di fede dell’artista minimalista che a soli 33 anni ottenne una retrospettiva dal M.O.M.A.: non mostrare niente di più di quello che c’è.

Basta quindi con ogni pretesa spiritualistica per l’arte e con le lunghe riflessioni davanti ad un quadro che si concludono tutte con la tipica espressione di chi finge di aver colto il senso profondo della vita, mentre invece non ha neanche capito perché ha pagato l’ingresso al museo.

E noi, poveri stupidi, pensavamo che ogni tentativo originale di proporre un’arte davvero per tutti si fosse ormai esaurito, che tutto fosse stato detto e tutto fosse stato fatto e che in fondo dopo l’esemplare parentesi della Pop Art fare arte contemporanea avrebbe significato -come in effetti è avvenuto- proporre arte di nicchia, comprensibile solo a pochi fortunati eletti.

E sempre noi che pensavamo che non ci fosse gesto più estremo che abbassare l’arte alla vita trasformando un supermercato in un museo o innalzare la vita all’arte ribaltando un orinatoio e mettendolo in un museo, dobbiamo ricrederci.



Cosa c’è di più Pop -o popolare- di un artista che ci dice che non c’è nulla da interpretare, che ci dice che oltre il quadro non c’è nulla da vedere perché quello che stai vedendo è esattamente ciò che devi vedere?

Detto questo, non servono grandi genii per capire la sua arte e il perché è molto semplice: non c’è proprio nulla da capire.


Riuscite a trovare qualcosa più Popolare di cosi?


1 commenti:

album foto ha detto...

Sono pienamente d'accordo con te!

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